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  Nicola Marrapodi

                     Roberto Orlacchio

Short bio
SHORT BIO

Roberto Orlacchio e Nicola Marrapodi si incontrano nel 2012 nella compagnia Deos – Danse Ensemble Opera Studio di Genova. Iniziano a lavorare sulle tematiche e la drammaturgia di |scarti|, in scena al Palazzo Bianco di Genova (rassegna Cre.Sta 2013) e al Teatro dell'Archivolto di Genova(2013), poi sul solo “Ecce puer”, rappresentato al Palazzo Rosso di Genova (Rolli Days 2014) e a Parma (2015). Nel 2015 creano il duo “La partita sull'aria”, in scena al Teatro Bertagnolio di Chiaverano d'Ivrea e al Teatro della Tosse di Genova, per la rassegna Resistere e Creare.

Con una versione estratto partecipano a WDEC 2015 – Week of Discovering European Cemeteries, al cimitero monumentale di Staglieno – Genova e alla vetrina della giovane danza d'autore | Anticorpi XL (Ravenna 2016).

La partita sull'aria

produzione 2015

CREDITS

Concept 

Roberto Orlacchio

Regia e Coreografia

Nicola Marrapodi | Roberto Orlacchio

Durata

versione integrale: 50 min

estratto: 18/20 min

“La partita sull'aria” è una cooperazione tra corpi che si misurano in distanze vissute, oltre che geometriche. Nella dimensione dello spazio percepito i corpi si incontrano in un'intimità invisibile, in un territorio, quello dell'aria, di raccoglimento e collegamento. Il cuore del gioco è la verità dell'altro, che si dimostra reciproca condivisione dello spazio abitato - scommessa e premio insieme.

“La partita sull'aria” vuole essere una riflessione riguardo il tema dello spazio condiviso, in relazione allo/agli spazio/i del sé medesimo e del sé altrui. Partita come una partecipazione cooperativa ad un gioco non solitario, seguendo l'idea di una possibilità di convivenza delle differenze in uno spazio comune. Aria come ampio campo di indagine, seguendo l'idea di elemento che fa da luogo, di un respiro condiviso e non rubato all'altro – luogo in cui si mettono in gioco il proprio e l'altrui.

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Photo Gallery

promo versione integrale

col sostegno di

DEOS // Giovanni Di Cicco

 

Vetrina della giovane danza d'autore - azione del Network Anticorpi XL coordinata dall'Associazione Cantieri

promo estratto

La partita sull'aria
Ecce Puer

Ecce Puer

produzione 2014

CREDITS

Concept 

Nicola Marrapodi | Roberto Orlacchio

Regia e Coreografia

Nicola Marrapodi

Durata

30 min

La performance evolve sensibilmente attraverso il rapporto con gli oggetti scenici che mutano la relazione alla danza e rivelano un percorso di vita-morte-rinascita; un nido, una fonte, un rifugio, frammenti da ricomporre, ricerca dell'origine, esperienza del contenere e dell'essere contenuti, un ripartire consapevole. Nella ricerca coreografica le immagini sono nate spontaneamente dall'attenzione al rapporto dinamico tra tempo-durata-sensazione. In tutti i suoi significati simbolici, l'acqua accompagna lo spettatore alla metafora di cambiamento e trasformazione del sé; di fronte alla scena, che è scenario interiore mutevole, lo spettatore è testimone di una presenza che si fortifica e cerca integrità. La musica accompagna i passaggi sottolineando talvolta una nostalgia materna o spaesamento.
Mutato dall'acqua, dallo scorrere dei tempi della vita liquida, il corpo cerca una nuova integrità e lo spazio che appartiene di diritto alla nostra interiorità profonda. Nell'esperienza dell'insicurezza si incontra la parte che resiste, incorruttibile, quella purezza che abbiamo tradito.

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Photo Gallery

col sostegno di

Rete Danzacontempoligure

promo

Un canto costante

Un canto costante

produzione 2016

CREDITS

Concept e coreografia

Roberto Orlacchio

Sguardo esterno

Nicola Marrapodi

Durata

16 min

“[...] come se dentro quella testa di volatile ci fosse uno schermo che passa in rassegna il bilancio di una vita, i desideri, i rimpianti e i sensi di colpa per ciò che si poteva fare e non è stato fatto. Poi la resa, e la maschera cade, diventando persona.”

Marina Giardina, EraSuperba – FuoriFormato, 06/2016

 

Un canto costante è una riflessione riguardo la mente molesta nella ricerca intima dell'essere.

Il danzatore appare come un'entità dalla testa di volatile, quella della mente-pappagallo che etichetta e cataloga le esperienze, mentre ricerca inquieto nel movimento la dimensione primaria della nostra esistenza: il corpo.

Si indaga una dimensione corporea pre-descrittiva, di sola presenza e sensibilità, fino alla presa di consapevolezza di volersi riappropriare della libertà di ascoltare, di sentire.

Nel felice ritorno a sé, senza pretesa di comprensione o interferenze, il corpo ritrova una dimensione più vicina all'origine, restituendo un legittimo frammento al proprio divenire uomo.

Un canto costante vorrebbe essere un messaggio di abbandono della maschera che ci allontana dall'autenticità di scoprire e di sentire. Abbandonarsi all'intimità del corpo e dei sensi per ripartire da capo... per ricreare la nostra mente che molto spesso ripete conoscenze, senza gustarsi la semplicità dell'immediato.

Il linguaggio scelto si appoggia su una visione surreale che vede impegnata questa entità-pappagallo in un gioco irrequieto di seduzione nei confronti di una giacca, simbolo della propria corporeità inafferrabile. Solo il desiderio di un canto corporeo anima la volontà di andare oltre, per aprirsi finalmente al momento presente, al compimento del proprio essere.

Photo Gallery

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col sostegno di

DEOS // Giovanni Di Cicco

promo

News

nuovo progetto 2017/2018

/a·mó·re/ si può dire in molti modi. Non è l'esplorazione del romantico o del sentimentale, ma della sua proprietà di moto, movimento che sottrae all'indistinto e che apre alla volontà nel suo aspetto di dedizione e coraggio. /a·mó·re/ è un tentativo, di rispetto soprattutto, ma anche di miglioramento della dimensione di convivenza secondo un senso umano di giustizia. /a·mó·re/ diviene scelta, se si crede in questa forza che pone in discussione i contorni dell'identità, che è solo nel suo gemito di nascita, nel suo silenzioso genio creativo, in attesa di essere riconosciuto e forse corrisposto.

/a·mó·re/ si compone di due soli e un duo coreografico.

Caino | Nicola Marrapodi

“A volte, davanti ai conti che non tornano nel racconto di questo primo nato, ho pensato che forse è talmente d'amore la sostanza di cui siamo fatti che se non siamo amati diventiamo deformi.” - [Mariangela Gualtieri - Caino]

La figura di Caino è il conduttore, il pretesto per un'analisi sulla ricerca d'amore; amore come accettazione, attenzione, amore come l'essere riconosciuti.

Dal momento in cui dio rifiuta le sue offerte, Caino conosce il rifiuto, non si sente amato e diviene “deforme”.

Caino diviene il simbolo dell'individuazione che poté nascere solo tramite l'opposizione, il contrapporsi degli uomini gli uni agli altri. Caino è il potere luciferico di ostacolo ed egoismo, necessario per rendere gli uomini individui.

“Sono forse io il custode di mio fratello?”: l'uomo non doveva custodire l'altro, ma sentirsi separato dall'altro; doveva conoscere l'egoismo e la separazione, l'odio, per poter imparare un amore cosciente, più grande.

Caino, col suo travaglio, diventa strumento e vittima di un passaggio necessario dell'evoluzione dell'Io. Con l'uccisione del fratello si entra per la prima volta a contatto con il concetto di morte come separazione, come nuovo inizio per una rinascita della coscienza e della maturità individuale.

/a·mó·re/

Caino - Viriditas - Le mura sottili

Viriditas | Roberto Orlacchio

Viriditas è una forza in potenza che nasce inizialmente dall'interfacciarsi con un luogo interiore caotico e si trasforma poi in scelta di attenzione consapevole nei confronti di ciò che è prossimo. 

Nel momento di disperazione, quando ci si abbandona alla nigredo interiore, la propria immagine perde di definizione; si transita, nella crisi, verso una conoscenza nuova di sè, mettendo in discussione la propria maschera e prendendo contatto con la propria finitudine corporea.

Viriditas si rivela nella paziente attesa e nell'accettazione dei limiti; è una primitiva intuizione d'amore, comunicazione tra una solitudine “pre-potente” e la presenza altrui, meraviglia in un evento originale di astrazione e realtà contingenti. Ad occhi socchiusi intuiamo e ammiriamo piccole briciole di verità altra, lasciando che l'attenzione si posi dove “de-sidera”; la percezione del vissuto passa da mera sostanza notturna ad un cielo stellato, apertura di una finestra sull'esperienza del mondo.

Le mura sottili | Nicola Marrapodi - Roberto Orlacchio

Le mura sottili sono pareti alle quali appoggiare l'orecchio, dove i contorni di chi ascolta non si fondono ma si sussurrano nuovi margini all'identità dei complici. Ci si dà appuntamento o ci si incontra per caso alle mura sottili; sono il posto dell'intesa, anche nel disaccordo – dove un nuovo conflitto non cancella più l'onestà dell'incontro santo. Pura partecipazione, il luogo incorporeo è più di una frontiera; il posto si fa fiducia e i corpi impegnati al desiderio si trasformano col tempo. Sottile movimento d'amore, scambiato o ricambiato. Tocco senza tatto. Sorridente scelta di confidenza.

col sostegno di

Progetto Maia 2017 - Teatro Akropolis

DEOS // Giovanni Di Cicco

VIDEO
PROSSIMI APPUNTAMENTI

Sep 20, 2017

Teatro Menotti, Milano

La partita sull'aria

20 anni della compagnia Artemis Danza/Monica Casadei

ore 21

La partita sull'aria

Loc. Costa, FRAMURA, ore 21.30

All'interno del festival Nuove Terre 2017 verrà presentata la versione intergrale dello spettacolo della durata di 50 minuti.

La partita sull'aria_estratto / Carmen

Ameglia, loc. Fiumaretta, ore 21
La partita sull’aria
musiche di AA.VV.
Carmen
musiche di G. Bizet
DEOS (DANSE ENSEMBLE OPERA STUDIO)

Progetto “Tra fiume e storia” di Associazione Vivere Fiumaretta
selezionato dal Bando “Eventi Culturali 2017” di Fondazione Carispezia.
ingresso libero

Serata organizzata dal Teatro Carlo Felice

La partita sull'aria_estratto

Château de Beauregard

Seyssinet Pariset (FR)

 

ore 21

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marrapodi.orlacchio@gmail.com

 

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